“O CHIAVE DI DAVIDE, SCETTRO DELLA CASA DI ISRAELE, CHE APRI E NESSUNO PUò CHIUDERE, CHIUDI E NESSUNO PUò APRIRE:

 VIENI, LIBERA L’UOMO PRIGIONIERO CHE GIACE NELLE TENEBRE E NELL’OMBRA DI MORTE”

Tu Signore apri le nostre porte antiche, i cassetti dei nostri ricordi, ricordi del cuore e della mente…

Tu Signore vieni a liberarci ogni giorno con il sacramento dell’Eucarestia che ci nutre e ci lava col Sangue Santo. Vieni a liberarci con il Sacramento della Riconciliazione che chiude il nostro passato col nostro presente, e spezza le catene del peccato… soprattutto di quel peccato che con tanta difficoltà riesco ad allontanare dalla mia vita. Entra nelle mie profondità e vai alla radice del mio peccato, al momento in cui si è fatto casa dentro di me, nei miei pensieri, nei miei affetti, nella mia sessualità…

Vai nella mia storia antica e passata, attraversa la mia genealogia e salvami con tutti i miei cari. Salvami da ogni magia, superstizione, da ogni esperienza fatta anche per gioco. Spezza la dipendenza in me. Scaldami col tuo amore e liberami da queste prigioni! dall’ombra del passato. Tu che sei il MIO PASSATO, PRESENTE E DOMANI, salvami.

Signore con la tua presenza nella preghiera personale e comunitaria ci liberi perchè la lode ci mette in intimità con te, ci pone nel silenzio divino che chiude la bocca alla menzogna che si è fatta spazio in noi, ai dubbi, all’incredulità, alla paura…  al tradimento, alla superficialità… al rancore, all’orgoglio…

Tu CHIUDI PER APRIRE, APRICI ALLA VITA NUOVA NELLO SPIRITO CHE CI RENDE LIBERI DAL PECCATO E CI GUARISCE…

TU CI AMI, GRAZIE SIGNORE! senza Te non potremo vivere. Entra Signore perchè oggi ti apro le porte del mio cuore!

Dalle «Omelie sulla Madonna» di san Bernardo, abate
(Om. 4, 8-9; Opera omnia, ed. Cisterc. 4, 1966, 53-54)

Tutto il mondo attende la risposta di Maria

Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che ques…to avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito Santo. L’angelo aspetta la risposta: deve fare ritorno a Dio che l’ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione.
Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.
Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo, esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e Davide; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch’essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.
O Vergine, da’ presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola: di’ la tua parola umana e concepisci la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna.
Perché tardi? Perché temi? Credi all’opera del Signore, da’ il tuo assenso ad essa, accòglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria la pietà nella parola. Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all’assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia che, mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Lèvati su, corri, apri! Lèvati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
«Eccomi», dice, «sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38).

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