DEVOZIONE DI STRAORDINARIA ATTUALITÁ Il Beato Giovanni Paolo II, in occasione del centenario della Consacrazione del genere umano al Cuore di Gesù, l’ll giugno 1999, ricorda «ho spesso esortato i fedeli a perseverare nella pratica di questo culto, che contiene un messaggio che è ai nostri giorni di straordinaria attualità. «La consacrazione del genere umano al Cuore di Gesù del 1899 costituisce un passo di straordinario rilievo nel cammino della Chiesa ed è tutt’ora valido rinnovarla ogni anno ,come anche l’ Atto di riparazione». II Santo Padre esprime anche «la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato».(Messaggio del Papa nel centenario della Consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù, Varsavia, 11 giugno 1999)Si consiglia di prepararsi alla festa Cuore di Gesù: 1. con una novena di preghiere, si cerchi in tutti i modi di assistere alla S. Messa tutti i giorni, ricevere con molto amore la S. Comunione, fare almeno mezz’ora di Adorazione Eucaristica, con il proposito di riparare le offese e gli oltraggi al S.Cuore; 2. facendo fioretti, offrendo in particolare il lavoro e le piccole croci quotidiane, in riparazione di questo misericordiosissimo Cuore, sopportando con amore e con il sorriso le piccole croci della vita. 3. facendo spesso, durante il giorno, atti d’amore e comunioni spirituali tanto graditi dal Cuore dolcissimo di Gesù Il giorno della festa del Sacratissimo Cuore di Gesù, come richiesto dallo stesso Signore a S. Margherita, occorre assistere alla S. Messa e ricevere la S. Comunione in spirito di riparazione e fare uno o più atti di riparazione per le offese che il Divin Cuore di Gesù riceve dagli uomini, in particolare le offese, gli oltraggi e irriverenze verso il Santissimo Sacramento. A chi gli renderà quest’ onore egli ha promesso : “il mio Cuore si dilaterà per effondere abbondantemente le grazie del suo divino amore su coloro che Gli renderanno quest’onore e procureranno che anche altri glielo rendano” LE DODICI PROMESSESanta Margherita Maria Alacoque nacque a Lhautecour, diocesi di Autun, i1 22 luglio 1647 e nel 167l vesti l’abito religioso nel monastero di Paray. Le manifestazioni di Gesù sono cominciate il 27 dicembre del 1673. S. Margherita Maria ha ricevuto il compito di trasmettere agli uomini alcune «promesse» che Gesù le aveva confidato per il bene degli uomini e per la crescita spirituale di tutta la Chiesa: 1. Darò alle persone devote del mio cuore tutte le grazie necessarie al loro stato. 2. Metterò la pace nelle loro famiglie. 3. Le consolerò in tutte le loro afflizioni. 4. Sarò il loro rifugio in vita e soprattutto nella loro morte. 5. Benedirò le loro imprese. 6. I peccatori troveranno misericordia. 7. I tiepidi diventeranno ferventi. 8. I ferventi saliranno presto a grande perfezione. 9. Benedirò il luogo dove l’immagine del mio Cuore sarà esposta e onorata. 10. Darò loro la grazia di toccare i cuori più duri. 11. Le persone che propagano questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non sarà mai cancellato. 12. Io prometto nell’eccesso grande di Misericordia del Mio Cuore che il Suo Amore Onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale e non morranno in mia disgrazia nè senza ricevere i sacramenti e il mio Cuore sarà per loro un asilo sicuro negli ultimi momenti.LA GRANDE PROMESSA e RIVELAZIONE Riguardo questa ultima promessa, conosciuta anche come «la grande rivelazione», sappiamo che, in occasione dei due processi di beatificazione e canonizzazione, tutti gli scritti di Sr. Margherita Maria furono sottoposti a numerosi e minuziosissimi esami e che il giudizio dei teologi, prima della canonizzazione, fu tanto unanime e favorevole che Benedetto XV, volendo offrire una solenne e autorevole testimonianza a questa straordinaria promessa del Cuore di Cristo, la fece inserire nella bolla di canonizzazione. Questa celebre rivelazione fu fatta a Margherita Maria durante l’ottava della festa del Corpus Domini del 1675. Scoprendo il suo Divin Cuore, Gesù confida alla Santa: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al sacrificio supremo senza limiti e senza riserve, per dimostrare il suo amore. La maggior parte di essi però mi ricambia con l’ingratitudine, che manifestano con irriverenze, sacrilegi e con l’apatia e il disprezzo verso di me in questo sacramento d’amore. Ma ciò che maggiormente mi affligge è il vedermi trattato così anche da cuori a me consacrati. Perciò ti chiedo che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, sia celebrata una festa per render culto al mio Cuore. In quel giorno i fedeli si accosteranno alla comunione e insieme faranno una riparazione intesa ad onorare il mio Cuore e a compensare gli oltraggi recati al santissimo Sacramento nei giorni nei quali è stato esposto all’adorazione del popolo. Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere abbondantemente le grazie del suo divino amore su coloro che Gli renderanno quest’onore e procureranno che anche altri glielo rendano». Il Direttorio sulla Pietà Popolare e Liturgia, ci ricorda molto opportunamente che «in ordine alla salvezza, (questa promessa) non annulla le insopprimibili esigenze della fede operante e l’impegno di condurre una vita conforme al Vangelo». La promessa, rettamente intesa e seguita, ci garantisce proprio il rafforzamento spirituale necessario all’adempimento di tali esigenze per ottenere il godimento della Vita Eterna assieme a Gesù Cristo. LA CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ La principale devozione al Cuore di Gesù è la consacrazione personale. “Tra gli atti che sono propri del culto al Cuore Sacratissimo di Gesù,emerge la Consacrazione,con la quale offriamo al Cuore Divino di Gesù noi e tutte le nostre cose,riferendole all’eterna carità di Dio,da cui le abbiamo ricevute” (Enciclica “Miserentissimus Redemptor” di Pio XI) Anche Leone XIII aveva già proposto la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù nell ‘Enciclica «Annun Sacrum» del 25 maggio 1899: «Questa universale e solenne testimonianza di onore e di pietà è pienamente dovuta a Gesù Cristo proprio perchè Re e Signore di tutte le cose. (…) Consacrandoci infatti a Lui, non solo riconosciamo e accettiamo apertamente e con gioia il suo dominio, ma coi fatti affermiamo che, se quel che offriamo fosse veramente nostro, glielo offriremmo lo stesso di tutto cuore. In più Lo preghiamo che non gli dispiaccia di ricevere da noi ciò che, in realtà, è pienamente Suo. «Poichè il Sacro Cuore è il simbolo e l’immagine trasparente dell’infinita carità di Gesù Cristo, che ci sprona a rendergli amore per amore, è quanto mai conveniente consacrarsi al suo augustissimo Cuore, che non significa altro che donarsi e unirsi a Gesù Cristo. Ogni atto di onore, di omaggio e di pietà infatti tributati al divin Cuore, in realtà è rivolto allo stesso Cristo. » ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙA proporlo è stato Papa Pio XI nella Enciclica “Miserentissimus Redemptor” dell’8 Maggio 1928: «Nella consacrazione s’intende, principalmente, ricambiare l’amore del Creatore con l’amore della creatura; ma quando questo amore increato è stato trascurato per dimenticanza o oltraggiato con l’offesa, segue naturalmente il dovere di risarcire le ingiurie qualunque sia il modo con cui sono state recate. E’ quel dovere che comunemente chiamiamo “riparazione”.» «Lo spirito di espiazione e di riparazione ha avuto sempre la prima e principale parte nel culto al Cuore Sacratissimo di Gesù.Infatti, nel manifestarsi a Sr Margherita Maria, Gesù, mentre proclamava l’immensità del Suo amore, al tempo stesso, in atteggiamento addolorato, si lamenta dei molti e gravi oltraggi che gli venivano recati dagli uomini ingrati, e pronunzia queste parole che dovrebbero rimanere sempre scolpite nelle anime pie e mai dimenticate: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e li ha ricolmati di ogni genere di benefici, e che in cambio del suo amore infinito non solo non ha avuto alcuna gratitudine, ma, al contrario, dimenticanza, indifferenza, oltraggi, e questi recati, a volte, anche da coloro che sono tenuti, per dovere, a rispondere con uno speciale amore”.La consacrazione esprime e rende stabile l’unione con Cristo; l’espiazione inizia questa unione con la purificazione dalle colpe, la perfeziona partecipando alle sofferenze di Cristo e la porta all’ultimo culmine offrendo sacrifici per i fratelli.» LA PRATICA DEI PRIMI NOVE VENERDÌ DEL MESE Nelle celebri rivelazioni di Paray le Monial, il Signore chiese a S. Margherita Maria Alacoque che la conoscenza e l’amore del Suo Cuore si diffondessero nel mondo, come fiamma divina, per riaccendere la carità che languiva nel cuore di molti. Una volta il Signore, mostrandole il Cuore e lamentandosi delle ingratitudini degli uomini, le chiese che in riparazione si frequentasse la Santa Comunione, specialmente nel Primo Venerdì d’ogni mese. Spirito di amore e di riparazione, ecco l’anima di questa Comunione mensile: di amore che cerca di contraccambiare l’ineffabile amore del Cuore divino verso di noi; di riparazione per le freddezze, le ingratitudini, il disprezzo con cui gli uomini ripagano tanto amore. Moltissime anime abbracciano questa pratica della Santa Comunione nel Primo Venerdì del mese per il fatto che, tra le promesse che Gesù fece a S. Margherita Maria, vi è quella con la quale Egli assicurava la penitenza finale (cioè la salvezza dell’anima) a chi per nove mesi consecutivi, nel Primo Venerdì, si fosse unito a Lui nella Santa Comunione. Ma non sarebbe molto meglio deciderci per la Santa Comunione nei Primi Venerdì di tutti i mesi della nostra esistenza? Tutti sappiamo che, accanto a gruppi di anime ferventi che hanno compreso il tesoro nascosto nella Santa Comunione settimanale, e, meglio ancora, in quella quotidiana, vi è un numero sterminato di coloro che raramente durante l’anno o solo a Pasqua, si ricordano che vi è un Pane di vita, anche per le anime loro; senza tener conto di quanti neppure a Pasqua sentono il bisogno del nutrimento celeste. La Santa Comunione mensile costituisce una buona frequenza alla partecipazione dei divini misteri. Il vantaggio e il gusto che da essa l’anima ritrae, forse indurranno dolcemente a diminuire la distanza tra un incontro e l’altro col Maestro divino, fino anche alla Comunione quotidiana, secondo il desiderio vivissimo del Signore e della Santa Chiesa. Ma questo incontro mensile deve essere preceduto, accompagnato e seguito da tale sincerità di disposizioni che veramente l’anima ne esca ristorata. Il segno più certo del frutto ricavato sarà la constatazione del miglioramento progressivo della nostra condotta, ossia della maggiore somiglianza del cuore nostro al Cuore di Gesù, attraverso l’osservanza fedele e amorosa dei dieci comandamenti. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv. 6,54) CONDIZIONI Per rendersi degni della Grande Promessa è NECESSARIO: 1. Accostarsi alla Comunione. La Comunione va fatta bene, cioè in grazia di Dio; quindi, se si è in peccato mortale, bisogna premettere la confessione.2. Per nove mesi consecutivi. Quindi chi avesse incominciato le Comunioni e poi per dimenticanza, malattia,ecc. ne avesse tralasciata anche una sola, deve cominciare da capo. 3. Ogni primo venerdì del mese. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell’anno. ALCUNI DUBBI D. SE, DOPO FATTI I NOVE PRIMI VENERDÌ CON LE DEBITE DISPOSIZIONI, UNO CADESSE IN PECCATO MORTALE, E POI MORISSE ALL’IMPROVVISO, COME POTREBBE SALVARSI? R. Gesù ha promesso, senza eccezione alcuna, la grazia della penitenza finale a tutti coloro che avranno fatto bene la Santa Comunione nel primo venerdì di ogni mese per nove mesi consecutivi; quindi si deve credere che, nell’eccesso della sua misericordia, Gesù dia a quel peccatore moribondo, la grazia di emettere un atto di contrizione perfetta, prima di morire. D. CHI FACESSE LE NOVE COMUNIONI CON L’INTENZIONE DI PROSEGUIRE POI PIÙ TRANQUILLAMENTE A PECCARE, POTREBBE SPERARE IN QUESTA GRANDE PROMESSA DEL SACRO CUORE DI GESÙ? R. No di certo, anzi commetterebbe tanti sacrilegi, perché accostandosi ai Santi Sacramenti, è necessario avere la ferma risoluzione di lasciare il peccato. Un conto è il timore di tornare ad offendere Dio, e altro la malizia e l’intenzione di seguitare a peccare. |
Ultimo aggiornamento Sabato 02 Luglio 2011 12:31 |







