FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ
“Ho una sete ardente di essere onorato dagli uomini nel santissimo Sacramento:
ma non trovo quasi nessuno che si adoperi ad estinguere la mia sete e corrisponda al mio amore”
Gesù a S. Margherita
La festa nasce da una rivelazione privata e da una devozione all’umanità di Cristo. Il movimento spirituale da cui deriva è quello Francescano, Benedettino e Gesuita (durante un periodo duro e di scristianizzazione), che tende a conoscere e meditare l’umanità di Cristo. Le figure di rilievo di questo movimento sono S. Giovanni Eudes e S. Margherita Maria Alacoque.
Grande fu l’opera di S. Giovanni Eudes, nella diffusione della devozione ai SS. Cuori di Gesù e Maria.Per lui il culto del Sacro Cuore di Gesú è il culto della persona, in quanto esso è l’origine e la fonte della dignità e della santità della persona. Essere cristiano vuol dire continuare la vita del Cristo, “formare Gesù in noi”, partecipare alla sua vita, avere i suoi sentimenti (Fil2,5), così come fece Maria. S. Giovanni Eudes diceva: “Il cuore di Maria, è Gesù”, perché Gesù “vive e regna” perfettamente in Maria. “Il Cuore di Gesù appartiene a noi, poiché Gesù ci ha dato tutto, dandosi a noi e dando sua Madre a noi”
A lui si deve la prima composizione della Messa e dell’Ufficio in onore del Sacro Cuore. Papa Leone XIII lo ritenne come “l’autore del culto liturgico dei SS. Cuori”, e Papa Pio XI lo canonizzò nel 1925 con il titolo di “Padre, Apostolo e Dottore del Culto liturgico del Cuore di Gesù e di Maria” , tanto la sua vita ed il suo ministero sono stati segnati da Maria che gli ha insegnato ad amare come Lei, col Suo Cuore, Gesù Salvatore.
S. G.E. scriveva: “Sono tutto tuo, Signore Gesù ! sono tutto tuo, o Nostra Signora !” riteneva infatti che come Gesù ha fatto di Maria la Sua cooperatrice nell’opera del riscatto del mondo, così lui l’ha sempre associata al suo ministero sacerdotale e missionario. È durante la grande missione di Autun che fece celebrare per la prima volta, nel 1648, la Festa liturgica del Cuore di Maria.
Egli affermava: “Gesù è nostro modello nell’amore a Maria. Gesù, Figlio unico di Dio, Figlio pure di Maria SS., ha voluto scegliere tra tutte le creature questa Vergine incomparabile per madre. Nella sua bontà infinita volle poi donarla a noi quale Regina, Madre e Rifugio in tutte le necessità della vita, e attende che noi l’amiamo com’Egli l’ama, la onoriamo com’Egli l’onora. Ha esaltata e onorata sua Madre al di sopra di tutti gli uomini e di tutti gli Angeli, e vuole che noi pure abbiamo per Lei più amore e più venerazione, che non per tutti gli Angeli e per tutti gli uomini insieme.”
Cinque anni dopo l’approvazione della Messa in onore del Sacro Cuore di Gesù, iniziarono le rivelazioni da parte di Gesù a Santa M.Maria Alacoque, nel monastero di Paray Le Monial, oggi centro di grande spiritualità.
-*Ma alla nostra Santa apparve più volte anche la Madonna; ad esempio quand’era ancora ragazzetta se la vide davanti e sentì da lei un rimprovero perché recitava il rosario stando seduta; essendo già religiosa e ammalata, la Madonna venne a guarirla e le fece «grandi carezze». Ebbe anche, e più volte, visione dei santi Fondatori della Visitazione (il suo ordine); Gesù le mostrò san Francesco d’Assisi «elevato al di sopra degli altri santi» e glielo assegnò come guida spirituale. Le apparvero angeli, demoni e anime del Purgatorio. Quanto a solidità psichica, suor Margherita Maria dimostra di averne almeno alla pari di tutti gli psicologi e psichiatri che in vario modo si sono interessati di lei. – (* “Santa Margherita Maria Alacoque- una piccola grande donna” di p. Epifanio Urbano ofm )
Le rivelazioni iniziarono il 27 dicembre giorno della festività di San Giovanni Evangelista. Probabilmente questo giorno non è stato scelto a caso da Nostro Signore.
Secondo Mary Falco “non c’è nulla nella devozione al Sacro Cuore di Gesù, che non sia già contenuta nel Vangelo di San Giovanni, il privilegiato che poté davvero posare fisicamente il capo sul petto del Maestro durante la sua vita terrena e che restandogli sempre accanto, meritò l’onore di custodirne la Madre. L’Apostolo rappresenta l’esempio più coerente di seguace: con Andrea era discepolo del Battista, riconobbe il Cristo quando s’immerse nel Giordano e d’allora lo seguì diventando, con Pietro ed il fratello Giacomo, uno dei prediletti. Era presente alla trasfigurazione sul monte Thabor, preparò la cena del Giovedì Santo e se s’addormentò con gli altri nell’Orto degli Ulivi, si pentì subito della propria debolezza e seppe seguirlo fino ai piedi della Croce, dove gli fu affidata appunto la Madonna. L’amore per Cristo rappresenta un incentivo ad osservare più scrupolosamente le leggi, seppur non siano essenziali per la salvezza, in modo da divenire tempio vivente di quel Verbo che rappresenta l’unica luce del mondo, come spiega l’indimenticabile Prologo.
Inoltre proprio nel suo Vangelo, al capitolo 13, dal versetto 30 “…Giuda uscì. Era notte”… allontanato appunto il traditore, Gesù inizia un lungo discorso, spesso detto suo testamento, che consta in due parti: dapprima parla ai discepoli (13,31-16,33), spiegando la forza creativa e coesiva dell’amore, che permetterà loro di superare la morte e di realizzare il regno dei cieli nella loro stessa vita. Giovanni è anche l’autore dell’Apocalisse, in cui il Verbo non è più solo luce e salvezza, ma anche fuoco divorante. Immagine ricorrente nelle visioni di Sr Margherita Maria, in cui l’Amore divino è al tempo stesso rifugio e fornace purificatrice.” (Tratto dalla biografia di Santa Margherita Maria Alacoque di Mary Falco)
-*Le apparizioni, di Cristo delle quali fu favorita la nostra santa si riferiscono soprattutto ai misteri dolorosi del Salvatore, misteri che contempla e condivide. Santa Margherita Maria fu una mistica eminentemente cristocentrica e ciò è in perfetta armonia con la missione avuta dalla Provvidenza: far conoscere al mondo l’amore Misericordioso del Cuore di Gesù. Scriveva: Il «divino Maestro» e «supremo Sacrificatore voleva che accettassi ogni cosa dalla sua mano, senza procurarmi nulla da me; dovevo lasciar fare tutto a Lui, senza disporre di nulla; ringraziarlo di tutte le gioie e di tutti i dolori; nelle circostanze più dolorose e umilianti dovevo mettermi bene in testa che meritavo quello e ben altro e offrire la sofferenza per le persone che me la procuravano… Mi proibiva di giudicare, accusare, condannare alcuno all’infuori di me stessa».
Prima rivelazione: 27 dicembre 1673. Suor Margherita Maria è in adorazione davanti al Santissimo Sacramento: la divina presenza la investe con tale violenza da farle perdere conoscenza di sé e del luogo in cui si trova. Gesù, racconta la santa, «mi fece riposare a lungo sul suo divin petto e mi scoprì le meraviglie del suo Amore e i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore ». Ciò avviene nel giorno della festa di San Giovanni Evangelista che nell’ultima Cena posò il proprio capo sul petto del Maestro divino. Scrivendo al gesuita padre Croiset, la veggente si diffonde in molti particolari a proposito di questa visione: il Cuore di Gesù «è più sfolgorante di un sole e trasparente come un cristallo», mostra la piaga della lanciata, è circondato di spine e sormontato da una croce.
Quale il messaggio di questa rivelazione? Il Cuore di Gesù non può contenere in Sé l’ardente amore divino e vuole manifestarlo agli uomini per arricchirli di quelle grazie che sono « necessarie per ritrarli dal precipizio della perdizione ». « Per portare a compimento questo mio grande disegno – le dice Gesù – ho scelto te, abisso d’indegnità e di ignoranza, affinché appaia chiaro che tutto si compie per mezzo mio… Se finora, hai preso soltanto il nome di mia schiava, ora voglio regalarti quello di discepola prediletta del mio Sacro Cuore».
E’ durante questa visione che Gesù prende il cuore della sua «discepola prediletta» e lo immerge nella fornace ardente del proprio Cuore, riconsegnandoglielo poi «come una fiamma incandescente». La ferita sul petto le cagionerà forte dolore per tutta la vita, « dolore così prezioso! » lo chiama la santa, perché le procura «delle vampate così ardenti da consumarmi e bruciarmi viva».
Seconda rivelazione. Avvenne nell’anno 1674, ma in data non precisa, molto probabilmente in un primo venerdì del mese. Anche questa volta la veggente è in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, e Gesù le appare «tutto splendente di gloria con le cinque piaghe luminose come cinque soli». Il Salvatore è tutto un balenare di luce, ma soprattutto il suo petto sembra «una fornace ardente». «Dopo di averlo scoperto – dice suor Margherita Maria – mi mostrò il suo Cuore amante e amabile, sorgente viva di queste fiamme». Gesù le parla ancora del suo estremo amore per gli uomini, dai quali non riceve che «ingratitudini e indifferenze». «Se gli uomini – afferma Gesù – mi rendessero un qualche ricambio di amore, – stimerei come un nulla tutto ciò che ho fatto per loro e vorrei fare ancora di più se fosse possibile… Almeno tu, per quanto ti è possibile, cerca di supplire alle loro ingratitudini! ».
In questa circostanza Gesù le chiede l’« Ora Santa » di riparazione, da farsi tutte le notti tra il giovedì e il venerdì, dalle undici a mezzanotte. In quell’ora sarà fatta partecipe della tristezza di Gesù nel Getsemani. « Sarà un’amarezza – le dice – che ti porterà, senza che tu possa comprenderlo, a una specie di agonia più dura della stessa morte ».
Terza rivelazione: giugno 1675. È anche detta «la grande apparizione». Come le precedenti ha luogo mentre la santa è in adorazione del Santissimo. Non ne precisa la data, ma dice che era «un giorno della ottava della festa del Corpus Domini», che in quell’anno cadeva in giugno. Davanti al suo Signore, Margherita Maria prova un fortissimo impulso a ricambiarGli «amore per amore ». Ed ecco la risposta che ne ha:
« Tu non potrai dimostrarmi amore più grande che facendo quanto ti ho già altre volte domandato ». Qui Egli le scopre il suo Cuore e prosegue: « Ecco quel Cuore, che ha tanto amato gli uomini, che non ha nulla risparmiato, sino ad esaurirsi e consumarsi per testimoniare ad essi il suo amore, e per ricompensa non riceve dalla maggior parte di essi che ingratitudine per le irriverenze e i sacrilegi, le freddezze e le dimenticanze che essi hanno per me in questo sacramento di amore. Ma ciò che mi rattrista di più è che vi sono anche dei cuori consacrati che agiscono in questo modo. Per questo io ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Santissimo Sacramento sia celebrata una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in tal giorno la comunione e facendo riparazione d’onore mediante un’ammenda onorevole, per riparare le offese ricevute durante il tempo che é stato esposto sugli altari. Ti prometto, inoltre, che il mio Cuore si dilaterà per spandere con abbondanza i benefici del suo divino amore su quelli che gli renderanno questo omaggio e si adopereranno perché anche altri glielo rendano».
La dodicesima promessa è detta “grande”, perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l’umanità. Comunemente, questa è anche detta la rivelazione della «grande promessa». Ed effettivamente non è poca cosa ciò che Gesù promette!
Tuttavia le parole con le quali è formulata la «grande promessa» comunemente riportata nei manuali di devozione, si trovano in una lettera che la santa Visitandina scrive alla sua Superiora, Madre De Saumaise.
Racconta che in un giorno di venerdì, dopo la santa comunione, Gesù dice «alla sua indegna schiava»: «Io ti prometto nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno per NOVE PRIMI VENERDÌ DEL MESE DI SEGUITO, la grazia della penitenza finale: non morranno nella mia disgrazia e senza ricevere i sacramenti, il mio Cuore sarà per essi, sicuro asilo in quell’ultimo momento ».
La pia pratica dei «primi nove venerdì del mese» viene da una rivelazione privata, non è quindi oggetto di fede divina ma di fede umana. Tuttavia essa è validamente comprovata dalla straordinaria santità di Margherita Maria, dagli innumerevoli esami dei suo scritti, ed è confortata dalla approvazione positiva della Chiesa. Basterebbe l’enciclica « Haurietis aquas » di Pio XII. La pia pratica, inoltre, rettamente spiegata e compresa, suscita nei fedeli un fervore di vita cristiana che solo l’ottusità pastorale può non apprezzare. –
(* “Santa Margherita Maria Alacoque- una piccola grande donna” di p. Epifanio Urbano ofm )
Gesù apparve alla Santa dal 27 dicembre 1673 fino al 1675, facendole vedere il Suo Cuore e chiedendole una festa il Venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini (che ricorda il Giovedì Santo).
La festa entra gradatamente nella Chiesa, fino ad essere introdotta universalmente da Papa Pio IX nel 1856. Da questo momento nascono l’Ora Santa, dal giovedì al Venerdì, e il Primo Venerdì del Mese!
Le 12 promesse fatte da Gesù sono state autenticate dall’autorità della Chiesa, in modo che ogni cristiano può credere con sicurezza alla fedeltà del Signore che vuole tutti salvi, anche i peccatori. Riguardo alla grande promessa, conosciuta anche come «la grande rivelazione», va bene ricordare che, in occasione dei due processi di beatificazione e canonizzazione, tutti gli scritti di Sr. Margherita Maria furono sottoposti a numerosi e minuziosissimi esami e che il giudizio dei teologi, prima della canonizzazione, fu tanto unanime e favorevole che Benedetto XV, volendo offrire una solenne e autorevole testimonianza a questa straordinaria promessa del Cuore di Cristo, la fece inserire nella bolla di canonizzazione..
La celebre rivelazione fu fatta a Margherita Maria durante l’ottava della festa del Corpus Domini del 1675. Scoprendo il suo Divin Cuore, Gesù confida alla Santa:
«Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al sacrificio supremo senza limiti e senza riserve, per dimostrare il suo amore. La maggior parte di essi però mi ricambia con l’ingratitudine, che manifestano con irriverenze, sacrilegi e con l’apatia e il disprezzo verso di me in questo sacramento d’amore. Ma ciò che maggiormente mi affligge è il vedermi trattato così anche da cuori a me consacrati. Perciò ti chiedo che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, sia celebrata una festa per render culto al mio Cuore. In quel giorno i fedeli si accosteranno alla comunione e insieme faranno una riparazione intesa ad onorare il mio Cuore e a compensare gli oltraggi recati al santissimo Sacramento nei giorni nei quali è stato esposto all’adorazione del popolo. Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere abbondantemente le grazie del suo divino amore su coloro che Gli renderanno quest’onore e procureranno che anche altri glielo rendano».
Il Direttorio sulla Pietà Popolare e Liturgia, ci ricorda molto opportunamente che «in ordine alla salvezza, (questa promessa) non annulla le insopprimibili esigenze della fede operante e l’impegno di condurre una vita conforme al Vangelo». La promessa, rettamente intesa e seguita, ci garantisce proprio il rafforzamento spirituale necessario all’adempimento di tali esigenze per ottenere il godimento della Vita Eterna assieme a Gesù Cristo.
DEVOZIONE DI STRAORDTNARIA ATTUALITÁ
S.S. Giovanni Paolo II, in occasione del centenario della Consacrazione del genere umano al Cuore di Gesu, I’ll giugno 1999, ricorda «ho spesso esortato i fedeli a perseverare nella pratica di questo culto, che contiene un messaggio che e ai nostri giorni di straordinaria attualita.«La consacrazione del genere umano al Cuore di Gesu del 1899 costituisce un passo di straordinario rilievo nel cammino della Chiesa ed e tuttora valido rinnovarla ogni anno C come anche) l’ Atto di riparazione». II Santo Padre esprime anche «la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere aIle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato».(Messaggio de! Papa ne! centenario della Consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesu, Varsavia, 11 giugno 1999)







