La parola “Avvento” significa venuta, anche se noi la chiamiamo “attesa”. E’ il periodo che la liturgia cristiana vive in “attesa” del Natale cioè della nascita del Messia che sta per nascere, e segna l’inizio dell’anno liturgico.
L’Avvento non è, perciò, soltanto un periodo di penitenza e di conversione, ma anche un periodo di gioia nell’attesa del compimento finale della promessa fatta da Dio Padre (Gn 3,9-15.20)  nella nascita dell’Emmanuele (il Dio con noi), che ci ristabilirà con una Nuova Alleanza l’interrotto rapporto d’amore e di vita con Dio. 
Nel rito romano della Chiesa Cattolica dura 4 settimane, in quello Ambrosiano 6 settimane( dall’11 novembre con la festa di S. Martino).
Il periodo d’Avvento (col rito Romano) inizia con la domenica più vicina alla festa di S. Andrea (30 novembre) e dura fino a Natale. In questo periodo non viene recitato il Gloria e i paramenti dei sacerdoti sono viola, tranne la terza domenica chiamata Gaudete (della gioia) che è (facoltativo) rosa. Infatti l’antifona della Messa porta il passo di S.Paolo (Fil 4,4-5) che dice “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”!

Il tempo di Avvento ci aiuta a cogliere la compagnia di Dio nella storia di ciascuno di noi, che viene a percorrere le stesse strade percorse dagli uomini, ci chiama a maturare la capacità di accoglierlo, di farlo entrare nella nostra vita, perchè essa possa rinnovarsi e riempirsi di senso!
Il periodo dell’Avvento ci parla sempre di una duplice attesa, quella dell’uomo ma anche quella di Dio; e ci parla di un duplice viaggio: quello di Dio verso l’uomo, ma anche quello dell’uomo verso Dio. Infatti si prepara chi accoglie ma anche chi è accolto. La richiesta del Signore di vigilare per essere pronti al suo ritorno allora richiama non solo l’uomo ad essere fedele, ma rivela anche la fedeltà del Signore, perchè egli davvero è venuto e davvero ritornerà (I domenica). La conversione dell’uomo è possibile solo se Dio si fa vicino; così Dio è vicino a coloro che si convertono cambiando il proprio modo di pensare e di vivere (II domenica). Il dubbio minaccia la fedeltà dell’attesa ma è reso inefficace dal vedere gli effetti dell’opera del Signore Gesù (III domenica). Infine la fedeltà di Dio nel dare agli uomini il Figlio suo, che sarà chiamato Emmanuele, si lega alla fedeltà di Maria e di Giuseppe (IV domenica).

fonti: Guida per l’educatore 2007/2008 ACR.
Messale quotidiano ed. San Paolo.
Appunti di catechesi liturgica

FacebookyoutubeinstagrammailFacebookyoutubeinstagrammail

Condividi

Seguici